Oggi parliamo di Covid-19

 L’epidemia di Coronavirus è entrata prepotentemente nelle nostre vite come un’ inattesa dichiarazione di guerra, come una delle tante catastrofi che non sappiamo prevedere. In poco più di due mesi la stabilità del pianeta, la serenità delle comunità, l’equilibrio economico, i mercati finanziari, la sicurezza personale e la salute pubblica sono stati rivoluzionati come mai era accaduto dalla fine della seconda guerra mondiale. Il mondo è piccolo se le comunicazioni di merci e persone lo avvicinano, e allora i problemi di un continente lontano sono anche i nostri.

Questa che ormai è una pandemia ci deve insegnare molte cose, altrimenti sarebbe un tributo di vite insensato e colpevole verso le nuove generazioni e verso la nostra stessa integrità morale. L'epidemia di Coronavirus ci ha messi di fronte a una cruda realtà. Ci ha fatto tornare al senso pratico, alle esigenze basilari, al bisogno di certezza scientifica. Cercherò in queste poche righe di fare un po’ di chiarezza, nella consapevolezza che solo a fine epidemia ne sapremo di più su Covid -19.

Ancora oggi non è chiaro quale sia stato il portatore intermedio del virus e trattandosi di una entità biologica nuova ne giustifica l’aggressività. È un virus che è caratterizzato da un’infettività elevata, molto più del virus che ha causato la pandemia della Sars e  della Mers. 

Quanti pazienti sono stati infettati nel Nostro Paese purtroppo non lo sappiamo; si pensa però che questo virus circolasse in Italia ben prima del 30 gennaio 2020 (1° caso in Italia).

Per farvi capire quanto sia pericoloso, vi basti sapere che infetta 2.5 volte in più rispetto al virus dell’influenza e causa una ospedalizzazione venti volte più elevata rispetto al virus dell’influenza ; ha una incubazione di circa due settimane e una mortalità pari al 3.5%  dei casi. Stupisce come questa grave infezione sia caratterizzata da un coinvolgimento sistemico oltre all’interessamento dei polmoni ( infarti renali, delirio per un coinvolgimento del sistema nervoso, anosmia, infarti splenici ecc.).

E’ interessante segnalare che esiste” un paziente tipo” che purtroppo subisce più di altri l’aggressività del virus: si tratta di pazienti obesi, diabetici, ipertesi e con malattie cardio-vascolari.

È fondamentale l’intercettazione dei casi clinici asintomatici o poco sintomatici per monitorare e controllare l’epidemia.

Molti mi chiedono se esistono esami ematici, oltre il tampone e i test immunologici, che mi possono indurre a un sospetto di infezione da Covid-19. La radiografia, l’ecografia e la tac del torace sono i primi esami strumentali per formulare già un sospetto di infezione da Covid – 19 poi esistono anche esami ematici, come la sideremia, la ferritina, la pcr, il d-dimero, l’emocromo, la troponina e le interleuchine 1-6 che se alterati, per la tempesta di citochine pro infiammatorie che il virus scatena, mi aiutano a fare diagnosi di infezione .Sicuramente i pazienti con d-dimero elevato sono pazienti ad alto rischio di andere incontro ad una grave insufficienza respiratoria acuta.

Quali farmaci utilizzare? No aerosol, no aspirina, no fans se possibile, un grammo di cortisone per tre giorni poi stop per modulare la risposta infiammatoria all’aggressione del virus, è importante non sospendere le terapie in atto per le comorbilità. L’anticorpo monoclonale Toilizumab, bloccando l’interleuchina 6, ha dimostrato di essere efficace nel curare l’infezione, gli antivirali opinavir e ritonavir sono poco efficaci, l’idrossiclorochina è efficace ma molto lenta nella sua azione, la terapia anticoagulante molto efficace anche perché nelle poche autopsie fatte si sono trovate, oltre alla trombosi interstiziale polmonare, anche trombosi delle succlavie e delle carotidi infine evidenze cliniche lasciano ben sperare sull’utilizzo del plasma di pazienti che sono guariti dall’infezione.

Concludo parlando dei test: ad oggi non abbiamo ancora test immunologici validati e supportati da dati scientifici di evidenza.

Ho voluto scrivere questo articolo perché da domani 4 maggio parte la fase due dell’epidemia da Covid-19 ed è  necessario ripartire con il lavoro e occorre fare uscire dalle proprie abitazioni sessanta milioni di Italiani, vi richiamo al vostro senso di responsabilità nella consapevolezza che dovremmo convivere ancora a lungo con questo terribile virus, ma tutti insieme ce la faremo.

 

Dott. Zauli Gian Paolo

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